lunedì 21 dicembre 2015

Formaggi austriaci DOP e IGP

L'Austria è un territorio caratterizzato da molte zone montane e verdi pascoli, non stupisce quindi che la sua tradizione casearia sia fiorente e per lo più legata a formaggi di latte vaccino d'alpeggio.

Inoltre, i formaggi austriaci sono molto simili a quelli svizzeri e a quelli bavaresi, data la vicinanza delle tre zone.

Nell'Austria più orientale, quella al confine con i Balcani e l'Ungheria, prevale invece la fabbricazione di formaggi freschi, meno interessanti dal punto di vista qualitativo.

I 6 formaggi austriaci a marchio DOP, infatti, sono tutti della zona sud-ovest, quella alpina per intenderci del Tirolo:

Gailtaler Almkäse DOP
Tiroler Almkäse o Tiroler Alpkäse DOP
Tiroler Bergkäse DOP
Tiroler Graukäse DOP
Vorarlberger Alpkäse DOP
Vorarlberger Bergkäse DOP

Gailtaler Almkäse DOP

Il Gailtaler Almkäse è un formaggio austriaco di latte vaccino prodotto nella valle del Gail (il fiume detto Zeglia in italiano), situata tra il Tirolo e la Carinzia. Il primo riferimento al formaggio Gailtaler Almkäse si ha nel 1375 in un documento del conte di Gorizia poichè il metodo di produzione fu ispirato da quello friulano...

Tiroler Almkäse DOP

Il Tiroler Almkäse è un formaggio austriaco di latte vaccino prodotto durante il periodo estivo dell'alpeggio (tra giugno e settembre) in Tirolo, la regione sud occidentale dell'Austria. Questo formaggio è conosciuto con due nomi:Almkäse nella zona più meridionale del Tirolo, mentre Alpkäse nella zona settentrionale, ma in entrambi i casi il suo nome sta per "formaggio alpino" ...

Tiroler Bergkäse DOP

Il Tiroler Bergkäse, letteralmente formaggio tirolese di montagna, è un formaggio austriaco di latte vaccino certificato DOP dal 1997. Si differenzia dal formaggio prodotto nella stessa zona, il Tiroler Alpkäse DOP per il fatto che quest'ultimo può essere ottenuto solo durante il periodo estivo dell'alpeggio ...

Tiroler Graukäse DOP

Il Tiroler Graukäse, letteralmente formaggio grigio tirolese, è uno di quei formaggi che appartengono alla categoria dei sauerkase (formaggi poveri), prodotti cioè con latte acidificato senza l'aggiunta di caglio. Così come il Graukäse sudtirolese (presidio slow food), ottenuto nelle valli alpine dell'Alto Adige...

Vorarlberger Alpkäse DOP e Vorarlberger Bergkäse DOP

In Austria, oltre al Tirolo, troviamo un'altra zona vocata alla produzione casearia, quella dei monti Vorarlberger, sulla punta dell'estremo ovest, affacciati sul lago di Costanza. Qui vengono tradizionalmente prodotti due formaggi: il Vorarlberger Bergkäse (formaggio di montagna), e il...



giovedì 3 dicembre 2015

L'Osteria dei Bravi, a Valmareno

Valmareno
Antico insediamento, citato in un placito del re longobardo Liutprando nel 739 d.C., Valmareno fu un centro di una certa rilevanza strategica in epoca medievale e moderna in quanto gli permetteva di controllare l’accesso al passo Praderadego nonché quella, che con ogni verosimiglianza, doveva essere in epoca romana la Claudia Augusta Altinate. Oggi il paese ha mantenuto l’aspetto medievale che lo caratterizza ed è diventato punto di partenza per piacevoli escursioni che portano al Praderadego, al Col de Moi o al Col de Varnada.
La Chiesa di San Pietro e Paolo
Anticamente era un fortilizio o castello costruiti dai Longobardi dopo la metà del sec. VI. Valmareno divenne feudo successivamente dei vescovi di Ceneda, dei Caminesi e della Repubblica Veneta. Questa la diede in signoria a personaggi spesso illustri e benemeriti; ricordiamo Marin Faliero, il capitano Gattamelata da Narni e il suo comilitone Brandolino da Bagnacavallo. La giurisdizione dei conti Brandolini cessò con la caduta della Repubblica (1797).
Agli atti della curia risulta che Valmareno nel 1475 era curazia. Tuttavia un documento del 1170 afferma che la contessa Sofia da Colfosco, lasciava in eredità all'abate di Follina la chiesa di S. Pietro di "Mareno". Fu ripetutamente eretta in parrocchia (l'ultima volta ciò avenne il 7 dicembre 1751) e spesso contesa tra Follina e Cison che la consideravano loro filiale.
La chiesa esistente è stata costruita verso la fine del sec. XVI e consacrata il 25 settembre 1746 dal vescovo Lorenzo Da Ponte. Nell'interno: pregevoli altari scolpiti in legno e dorati - dipinti di Silvestro Arnosti cenedese (+ prima metà del 1600).
Osteria dei Bravi
I giornalisti e i comunicatori dell'Associazione l'Altratavola, hanno visitato 'laicamente' l'Osteria I Bravi, condotta da Martina De Polo. Giovane , frizzante, con tante idee, Martina ha portato nell'antico borgo una ventata di novità, con le sue proposte : le colazioni, i panini con le eccellenze locali, i buoni vini e le buone birre, un 'ambiente' dove incontrarsi e comunicare in libertà. Fra non molto l'Osteria si impegnerà anche con alcuni piatti della tradizione, rispettando lo stile di osteria con cucina, senza avventure nell'area della ristorazione.
L'osteria era, fino alla metà del 1900, un tipico luogo di ritrovo serale popolare delle persone di sesso maschile; luogo di incontro e di socializzazione ha costituito per lungo tempo, uno dei pochi momenti di incontro e di scambio d'idee, in aggiunta alla chiesa e alla piazza.
Dopo un lungo periodo di decadenza, negli ultimi anni però si è visto un rifiorire di questi locali che stanno recuperando la loro funzione di luogo di incontro e di comunicazione per ambo i sessi.
L'osteria e la figura dell'oste sono presenti in vari testi letterari. Si trova menzione già nei Vangeli, ad esempio nella Parabola del buon samaritano nel Vangelo secondo Luca (10- 25, 37) in cui un samaritano soccorse un uomo aggredito dai briganti, lo fasciò e lo portò in una locanda. "Il giorno dopo, presi due denari li diede all'oste e gli disse: - Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno".

venerdì 6 novembre 2015

Associazione Gioco-Genitori partecipa al progetto Comunicare per Esistere

L'associazione è nata circa un anno fa,ma è da ormai 5 anni che alcuni genitori di bambini che
frequentano la scuola primaria e dell'infanzia si riuniscono per creare delle nuove
opportunità per i loro figli.
Con la collaborazione fra le scuole e le famiglie si sono organizzate attività ricreative, manifestazioni teatrali,
attività educative-culturali.
Più precisamente al Teatro Toniolo e al Dina Orsi di Conegliano sono state organizzate delle recite come
"Chi ha paura dei mostri" e "Le oche selvatiche". Durante le feste natalizie si organizzano invece
delle tombolate r, grazie ad una importante collaborazione fra le USLL, vengono fatte delle
letture animate in ospedale per i bambini dei vari reparti, oppure delle serate informative per le problematiche
dei bambini per le famiglie.
Questi progetti creano un filo di unione fra la famiglia e la scuola :
tutti possono partecipare e regalare un sorriso ai bambini. E' un modo dedicare più tempo
ai propri figli che ,purtroppo, a causa del lavoro rischiano talvolta di essere trascurati.

mercoledì 28 ottobre 2015

NON DI SOLO PANE... Il meglio delle carni e dei salumi marchigiani

Decimo appuntamento per “I giovedì del gusto”, organizzati da Regione Marche. Questa volta a fare da protagonista, il meglio delle carni e dei salumi marchigiani. Roberto Luciani, Dirigente Regione Marche, ha aperto i lavori sottolineando come la Regione marche affianchi i produttori agricoli e gli allevatori nella ricerca della massima qualità delle produzioni.
È poi la volta di Mauda Moroni, funzionario regionale referente del marchio QM, che ha illustrato i disciplinari QM del settore carni segnalando il successo del settore carni bovine, rappresentato da oltre 600 allevatori e la nuova certificazione delle carni suine che, per tradizione regionale, rappresentano un importante settore delle carni trasformate.
Il disciplinare QM in questo settore è particolarmente restrittivo, oltre agli abituali standard (tracciabilità, rintracciabilità, no ogm), i suini destinati alla filiera QM devono appartenere a razze italiane e la macellazione non deve avvenire prima dei novi mesi dalla nascita.
Gianfranca Schiavoni, consulente Qualità della filiera regionale carni suine, ha raccontato con entusiasmo e orgoglio come abbia portato alla certificazione due aziende e nello specifico Magrì Food e Salumificio di Genga.
Infine il salame di Fabriano e il Ciauscolo IGP sono stati egregiamente rappresentati dal Vice presidente del consorzio di tutela del Salame di Fabriano e dal Salumificio Ciriaci.
Possiamo dunque affermare che il settore zootecnico marchigiano rappresenta un punto di forza nel contesto rurale regionale. Diffuso a vario titolo nella totalità delle aziende agrarie è pienamente sostenibile e rispettoso tanto degli animali quanto dell’ambiente.  

mercoledì 21 ottobre 2015

I vini de La Callaltella a Italwines Expo Festival




La Società Agricola La Callaltella di San Biagio di Callalta (Tv), dopo la partecipazione alle giornate istriane di Comunicare per Esistere, è presente a ITALWINES EXPO FESTIVAL, la rassegna trevigiana dedicata al mondo del vino, della cultura e del business che si tiene nei giorni del 24-25-26 ottobre 2015 presso il BEST WESTERN PREMIER BHR Treviso Hotel, albergo 4*** stelle situato in posizione strategica tra Padova, Venezia e Treviso.
Le degustazioni enogastronomiche di grande fascino Autoctono e qualità vedranno protagoniste numerose aziende vinicole italiane che stapperanno le migliori bottiglie di vini (fermi, spumanti, barricati e metodo classico) e noti brand del food nazionale che faranno assaporare le tipicità italiane.
L’Azienda La Callaltella nasce nel 1951, come azienda agricola Fratelli Bonetto, e sorge nel cuore della campagna trevigiana. La cantina nata si è evoluta in modo semplice e continuo grazie al lavoro costante e allo spirito di sacrificio di due generazioni.
“Condividendo gli stessi ideali e mantenendoci al passo con le nuove tecnologie, continuiamo a coltivare e a rispettare i nostri vigneti, effettuando trattamenti mirati, selezioniamo e raccogliamo l’uva rigorosamente a mano, perché siamo convinti che solo così possiamo ottenere vini, IGT e DOC, sani e di qualità, che vinifichiamo in modo semplice e tradizionale.Ogni partita di vino partendo dall’uva viene opportunamente controllata in laboratorio ed analizzata più volte. Vi garantiamo che il nostro vino risponde ai requisiti italiani ed europei ed è ottenuto rispettando le procedure di controllo delle varie fasi produttive, dei macchinari, dei recipienti di contenimento, nonché dei locali dove si svolgono le operazioni.”

Miele e formaggi marchigiani: protagonisti d’eccellenza Segreti e pregi di un abbinamento sano e genuino

Uno dei momenti più graditi a tutti gli ospiti presenti ai “Giovedì del Gusto” di Regione Marche è quello dedicato alla degustazione, che riceve sempre moltissimi complimenti e davvero conquista anche i palati più esigenti. I prodotti sono dunque buoni, gustosi e golosi.
Ma…. sono altrettanto sani e sicuri? La risposta è senz’altro affermativa perché la Regione Marche, da tempo, ha intrapreso un percorso di certificazione della qualità, per garantire anche quelle caratteristiche non immediatamente visibili dei prodotti del paniere agroalimentare: sicurezza alimentare, tracciabilità, NO OGM.
Nella Regione Marche esiste, infatti, la possibilità di scegliere i prodotti in modo più consapevole e certo, perché questa sicurezza è garantita dal marchio QM, Qualità garantita dalle Marche. La Regione Marche stessa si è fatta garante della Qualità, creando un marchio che promuove, garantisce e certifica la sicurezza e la qualità dell’offerta alimentare regionale.
Con una sola sigla, un solo marchio riconoscibile si tutelano l’origine, la qualità e la sicurezza del cibo che arriva sulla sua tavola. Infatti, i disciplinari QM non consentono la produzione di alimenti che contengono OGM o che siano stati ottenuti utilizzando materie prime, coadiuvanti, additivi, ingredienti e mangimi contenenti OGM.

Anche i mieli e i formaggi marchigiani sono certificati e vale la pena di conoscere meglio i prodotti a marchio.
Prima di tutto vi sono due DOP, Denominazione di Origine protetta, la prima registrata nel 1996, è la Casciotta di Urbino e poi il Formaggio di Fossa di Sogliano.
Un prodotto poco noto è la “specialità tradizionale garantita Mozzarella” che con altri 11 prodotti caseari rientra nel registro regionale dei prodotti tradizionali. Per quanto concerne il marchio QM, un’azienda di produzione di formaggi si sta certificando e anche il settore dei salumi che aveva subito un arresto, si sta riprendendo.
Il miele è un prodotto certificato QM da lungo tempo, che ogni giorno si incrementa di nuove aziende.

Il Marchio QM ha raggiunto ad oggi la quota di 77 prodotti certificati, 26 filiere certificate (17 che si stanno certificando), 1000 sono le aziende regionali che fanno parte del sistema, tracciate e di cui sappiamo “tutto”.
Le preziose informazioni acquisite consentono di ripercorrere a ritroso il percorso produttivo dalla tavola all’azienda attraverso il sito web di Qm, ma si stanno studiando e mettendo a punto altre tecnologie più a portata di consumatore.

lunedì 12 ottobre 2015

OLIO, ENERGIA PER LA VITA. Gli oliomonovarietali marchigiani e.... non solo

Particolare interesse ha riscosso, nell’ambito del “Giovedì del Gusto” di Regione Marche, l’assaggio dell’olio monovarietale. La dott.ssa Barbara Alfei (capo-panel olio di Assam-Regione Marche) ha, infatti, condotto i presenti in una vera e propria degustazione di olio, fornendo dettagliate spiegazioni su come si assaggia un olio monovarietale.
L’esame visivo è tralasciato, poiché colore e limpidezza non sono correlati alla qualità dell’olio, non devono pertanto avere alcuna influenza psicologica sull’assaggiatore. Segue la fase olfattiva, durante la quale si cerca di percepire tutti gli odori, in particolare, il fruttato di oliva verde oppure maturo, di diversa intensità, accompagnato da sentori positivi, quali foglia o erba appena falciata, mandorla fresca, carciofo/cardo, pomodoro, mela, frutti di bosco, erbe aromatiche, frutta matura, altro.
Si passa poi all’esame gustativo, mettendo in bocca una quantità di olio pari ad un piccolo cucchiaio; si fa roteare l’olio in bocca, in modo che venga a contatto con le papille gustative, per apprezzare le diverse sfumature del gusto, in particolare l’amaro, in fondo alla lingua, prima della deglutizione, che può essere più o meno intenso e persistente, e soprattutto positivo in quanto legato alla presenza di sostanze fenoliche; quindi si vaporizza l’olio nella cavità orale aspirando aria tra i denti (“strippaggio”), al fine di percepire i composti aromatici e la sensazione tattile del piccante in gola, anch’essa estremamente positiva, in quanto correlata alla presenza di polifenoli. In bocca viene valutata anche la fluidità, legata alla composizione in acidi grassi, in particolare al contenuto in acido oleico ed al rapporto insaturi/saturi, con importanti risvolti sugli aspetti non solo sensoriali, ma anche nutrizionali.
L'olio infine viene espulso e si valutano attentamente tutte le sensazioni che persistono dopo l’assaggio. Tra un campione ed il successivo, si mangia uno spicchio di mela per pulire la bocca.
L’esperienza è stata particolarmente apprezzata dai presenti che hanno così imparato come valutare efficacemente un olio, le sue caratteristiche organolettiche e le sue qualità.
Un percorso sensoriale che coinvolge il pubblico e che davvero non delude mai, nonostante le sue numerosissime repliche.

martedì 6 ottobre 2015

Il futuro di Comunicare per Esistere dopo l’Istria

Un incontro a Conegliano, nel salotto di Caffè Local, ha chiuso ufficialmente le giornate di informazione degli Stati Generali della Comunicazione Territoriale, che hanno conosciuto il loro apice in Istria.
Anzitutto i numeri : 120 delegati di dieci Regioni e Paesi Europei e dieci regioni italiane, che si sono succeduti da Trieste a Buje, per ‘raccontare’ i loro territori e far degustare alcune delle eccellenze enogastronomiche delle proprie comunità.
Puglia,Sicilia,Calabria,Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Lazio, Abruzzo e Trentino Alto Adige, le regioni italiane intervenute.
Slovenia, Croazia, Francia, Germania, Carinzia (Austria), Bassa Austria (Austria),Stiria(Austria), Olanda,San Marino e Spagna, i Paesi e le Regioni europee presenti.
Nei prossimi cinque anni sarà la Città di Buje ad ospitare il segretariato internazionale della rete dei borghi europei del gusto.
Da ottobre 2015 a marzo 2016 prenderà il via la seconda parte del progetto Comunicare per Esistere, che prevede la realizzazione di incontri in tutti i Paesi Europei della Rete, la collaborazione con gli Organismi Diplomatici di Rappresentanza in Italia, l’incontro con gli Enti nazionali del Turismo dei Paesi coinvolti e la presentazione a Milano (Capitale dell’informazione italiana), dei borghi inseriti nella rete.

domenica 16 agosto 2015

Fossacesia : storia e luoghi


Una delegazione di giornalisti e di comunicatori della trasmissione multimediale L'Italia del Gusto
ha visitato in questi giorni Fossacesia, dopo aver incontrato le sue eccellenze a Casa Abruzzo,in occasione di Expo 2015.
Il Comune di Fossacesia è stato invitato a partecipare in settembre a Comunicare Per Esistere, gli Stati Generali della Comunicazione Territoriale, che si tengono in Istria.

Fossacesia : storia e luoghi


Fossacesia è un comune di 6.423 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo, nota località balneare soprattutto per gli abitanti di Lanciano e dei comuni dell'interno. Dal 2004 si fregia della Bandiera Blu.
Fossacesia si trova su un'altura della fascia litoranea alla sinistra della foce del fiume Sangro, a circa 2 km dalla costa. Il territorio del comune, intensamente coltivato, si estende per 30,08 km², dalla costa, lungo la piana del fiume Sangro, salendo in collina in direzione di Lanciano.
La frazione di Fossacesia Marina, invece, si sviluppa lungo la costa, protetta dalla piccola baia chiamata "Golfo di Venere". Le spiagge sono costituite, per la quasi totalità, da ciottoli bianchi. A sud, verso la foce del Sangro, la costa si fa più bassa e, per piccoli tratti, vi si trovano anche dune di sabbia. A nord si trova il litorale roccioso di Punta Cavalluccio, punteggiato dai caratteristici trabocchi, le antiche strutture per la pesca protese sul mare.

Storia
Nel IX secolo Fossacesia subì una colonizzazione monastica da parte dei benedettini di Farfa che vi organizzarono una corte, un’azienda fondiaria e amministrativa intorno alla quale si costituì l’aggregato umano formato da coloni e artigiani al servizio dell’abbazia di San Giovanni in Venere.
Nell'anno 1004 fu fondata l’abbazia da Trasmondo II, Conte di Chieti.


L'abbazia di San Giovanni in Venere
Nell'anno 1195 il diploma dell’Imperatore Enrico VI di Svevia concedeva in privilegio all'abbazia di San Giovanni in Venere una località vicina chiamata Fossamcaecam.
Nel XII secolo il nome veniva scisso in Fossam Caecam. In seguito, il toponimo subì diverse varianti e nel 1239 compare la scritta Fossacieca.
Nella seconda metà del XII secolo, l’abbazia, distrutta negli anni precedenti, fu ricostruita dall’abate Oderisio II (1155-1204). Nel XVI secolo l’abbazia fu devastata dalle incursioni saracene.
Nel 1585 fu affidata da Papa Sisto V all’Oratorio di Santa Maria di Vallicella in Roma.
Nel XVII secolo Fossacesia passò sotto il dominio dei de Rubeis ma alla fine del Settecento era Terra Regia.
Nel 1671 spuntò il binomio Fossa Ceca.
Nel 1802 il binomio Fossa Ceca fu unito in una sola parola.
Nel 1863 compare il toponimo definitivo, Fossacesia.

Nel 1943 durante la battaglia del Sangro, Fossacesia viene pesantemente bombardata dall'aviazione alleata.


Fontane
La Fontana delle Cinque Cannelle, del 1888.
La Fonte di Venere, fontana di origine romana ancora esistente sotto il muraglione dell'Abbazia di San Giovanni in Venere, dove secondo una tradizione paganeggiante sussistente fino alla metà del 1900, le donne desiderose di concepire un figlio si recavano ad attingere l'acqua. 
Il lavatoio. È composto di due vasche rettangolari in pietra contigue, di cui una più corta della prima. 
Chiese
L'abbazia di San Giovanni in Venere.
La chiesa di San Donato, costruita nel 1905, ricostruita in seguito ai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale.
La chiesa di Santa Maria delle Grotte. La chiesa fu costruita nella seconda metà del duecento con strutture gotico-cistercensi. L'interno è decorato da affreschi di stile francese del periodo della fondazione della chiesa, i restanti, di stile toscano-tardo giotteschi sono del XIV e XV secolo.[4]
La chiesa del Santissimo Rosario, costruita nel 1876.
La chiesa di San Silvestro, fondata a Villa Scorciosa nell'XI secolo. Il 29 agosto 2009 è stata riconsacrata e riaperta al pubblico. La facciata principale è romanica. Sopra il portale vi è un arco a sesto acuto. Sopra ancora vi è una finestrella ad oblò. All'angolo a destra della facciata, sul tetto, vi è il campanile a vela.
Palazzi e ville
Il palazzo nobiliare Contini (1770).
Il palazzo nobiliare Mayer (metà Ottocento).
Il casino Mayer sito sulla strada che da Fossacesia porta all'Abbazia di San Giovanni in Venere.
Il Palazzo del Comune, edificato nel 1882.

Altri luoghi d'interesse
I trabocchi, strutture su palafitte in legno disseminate lungo il litorale, per questo detto "costa dei trabocchi".
« ...Quella catena di promontori e di golfi lunati dava l'immagine d'un proseguimento di offerte, poiché ciascun seno recava un tesoro cereale. Le ginestre spandevano per tutta la costa un manto aureo. Da ogni cespo saliva una nube densa di effluvio, come da un turibolo. L'aria respirata deliziava come un sorso d'elisir. »
(Gabriele d'Annunzio da Il trionfo della morte)

venerdì 17 luglio 2015

All'Azienda Agricola La Callaltella a Rovarè di San Biagio di Callalta, l'anteprima d'informazione di Comunicare per Esistere




Si tiene presso l'Azienda Agricola La Callaltella a Rovarè di San Biagio di Calllata il primo degli anteprima di informazione del progetto Comunicare per Esistere, promosso dalla rete dei borghi europei del gusto in collaborazione con l'associazione l'Altratavola e l'associazione culturale Italia-Austria, sez.Veneto.

La Callalta (in latino Callis Alta) è l'arteria stradale che collega Treviso a Oderzo. Corrisponde a un tratto della SR 53 "Postumia".In epoca romana il collegamento più diretto tra Tarvisium e Opitergium era rappresentato dalla via Postumia ma, dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'incuria e le devastanti alluvioni del Piave avevano reso inagibile la strada.
Solo dopo il 1000 fu costruita una nuova arteria (i primi accenni scritti sono del Duecento), che prese il nome di Callalta perché realizzata su un terrapieno, in posizione sopraelevata rispetto al territorio circostante. Giunta al Piave presso Sant'Andrea di Barbarana, superava il fiume tramite un ponte di legno (costruito nella prima metà del Duecento), da cui il toponimo "Ponte di Piave".
La strada giungeva a Oderzo attraverso il Torresin e da lì si poteva proseguire sino a Motta di Livenza.

L'Azienda Agricola La Callaltella nasce nel 1951, come azienda agricola Fratelli Bonetto, e sorge nel cuore della campagna trevigiana. La cantina nata si è evoluta in modo semplice e continuo grazie al lavoro costante e allo spirito di sacrificio di due generazioni.
“Condividendo gli stessi ideali e mantenendoci al passo con le nuove tecnologie, continuiamo a coltivare e a rispettare i nostri vigneti, effettuando trattamenti mirati, selezioniamo e raccogliamo l'uva rigorosamente a mano, perché siamo convinti che solo così possiamo ottenere vini, IGT e DOC, sani e di qualità, che vinifichiamo in modo semplice e tradizionale.Ogni partita di vino partendo dall'uva viene opportunamente controllata in laboratorio ed analizzata più volte. Vi garantiamo che il nostro vino risponde ai requisiti italiani ed europei ed è ottenuto rispettando le procedure di controllo delle varie fasi produttive, dei macchinari, dei recipienti di contenimento, nonché dei locali dove si svolgono le operazioni.”

Lo stage di informazione si colloca nel percorso che porta alla realizzazione in settembre degli Stati Generali della Comunicazione Territoriale. L’Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto, in collaborazione con l'Associazione l'Altratavola e l'Associazione culturale Italia-Austria, sez.Veneto, apre le porte ai sapori autentici d’Italia e d’Europa. Un evento simbolicamente itinerante, attraverso l’ultimo lembo dell'Istria italiana, Muggia, per poi continuare a Sicciole (Pirano-Slovenia) e Buje (Croazia). Saranno presentate al pubblico le esperienze di oltre dieci paesi europei e dieci regioni italiane.
L'Azienda Agricola La Callaltella è stata invitata ufficialmente a partecipare all'evento internazionale.